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8 gennaio 2016

VITILIGINE: SELENIO, ZUCCHERI E CEREALI


Come abbiamo  visto è dunque oramai conclamata la comorbosità e i collegamenti eziologici (le cause, quasi certe) della vitiligine con altre patologie c.d. "autoimmuni". In questo articolo voglio focalizzare la mia e la vostra attenzione sull'associazione Vitiligine-Tiroidite Autoimmune, detta anche di Hashimoto.
La scelta di questa relazione, piuttosto che con altre patologie, non è casuale stante la frequenza di rilevazione delle due patologie nello stesso soggetto. Quest'ultima ultima frase però non è propriamente esatta. Mi spiego meglio: a me qui interessa evidenziare la comorbosità della vitiligine con la prima fase, quella asintomatica, della tiroidite di Hashimoto,  caratterizzata clinicamente da un valore fuori norma (spesso di molto) di anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti TPO). E' questa la fase di allerta, che può durare anni senza sintomi, prima dell'evoluzione conclamata in ipotiroidismo (distruzione di almeno il 90% del tessuto tiroideo) con tutte le manifestazioni che accompagnano questa patologia e con la necessità di ricorrere alla somministrazione di un analogo sintetico di ormone  (levotiroxina, eutirox) che vada a sostituire quello (la tiroxina) non più prodotto naturalmente dalla tiroide perché sotto attacco distruttivo. Questa lunga introduzione per cercare di capire se, attuando provvedimenti benefici nei confronti della tiroidite di Hashimoto,  vi possano essere  delle ricadute positive anche sulla vitiligine. 
Il "NO!" della Scienza appare senza appello ma questa rigida negazione sembrerebbe essere riferita  all'unica cura che la Scienza riconosce somministrabile nella fase conclamata di ipotiroidismo nella tiroidite di Hashimoto, ovvero quella della somministrazione dell'ormone artificiale. E infatti credo anch'io che la semplice sostituzione di un ormone naturale con un analogo sintetico null'altro possa produrre che un semplice "rimpiazzo" il quale certamente non andrà a colpire le cause della tiroidite e quindi non potrà combattere neanche le cause comuni ad altre patologie associate. Ma il "NO" della Scienza non potrà essere certamente riferito a trattamenti diversi che la Comunità Scientifica non ha preso ancora in considerazione per ufficializzarli in protocolli, sopratutto a quelle strategie alternative attuabili specie nella prima fase della malattia, quando l'attacco ai tessuti tiroidei è sorprendentemente simile all'attacco ai melanociti. Ed è proprio l'attacco ai tessuti tiroidei che alcuni ricercatori stanno combattendo utilizzando il Selenio, in forma biodisponibile. L'ultima ricerca sull'argomento (1), condotta nell'Università di Atene, avalla i risultati di precedenti studi: il Selenio in determinata forma e a determinati dosaggi abbassa il numero di autoanticorpi anti TPO espletando azione antinfiammatoria e antiossidante nonchè modulando l'azione del gene FOXP3. Due parole su questo gene: a condizioni normali controlla la regolare funzione immunitaria preservando da fenomeni autoimmunitari. Una sua mutazione è stata individuata come possibile causa (o concausa) della vitiligine. Inoltre credo sia interessante osservare come la somministrazione di selenio abbia alleviato nei soggetti coinvolti, gli effetti dolorosi dell'artrite reumatoide, un'altra patologia in comorbosità con la vitiligine. C'è da dire che non tutti gli studi su selenio e artrite reumatoide sono unanimi sui risultati ma ho scoperto anche che non tutti gli studi hanno utilizzato la stessa forma di selenio, negli stessi quantitativi e per gli stessi periodi.  
Allora perché non porsi la domanda: può essere il selenio in particolari forme e a particolari dosaggi utile nel contrasto alla vitiligine? Nessuno studio serio sembra essere stato condotto sinora al riguardo se non qualche ricerca improntata sul livello di selenio nel sangue considerando tale sostanza solo sotto il profilo antiossidante. Una visione, quella della vitiligine quale patologia frutto solo di uno squilibrio ossidativo, che ha fatto perdere decenni di tempo a considerare sicuramente un dato di fatto presente ... ma come effetto...non come causa. E così anche il selenio è stato studiato per la sua azione antiossidante mentre altri sono i meccanismi sui quali sembra vada ad incidere nel contesto della malattia. Un cambio di visuale che ha modificato anche i quantitativi necessari per produrre determinati effetti; dosaggi che non sono certamente quelli contenuti negli integratori in commercio. Non lo dico io lo dicono gli studi rinvenibili in Rete. Qui vi propongo la lettura di una meta analisi riguardante ben 9 studi che hanno visti coinvolti 787 pazienti (2). Se poi volete scoprire quanto poco selenio c'è in quello che mangiamo, leggete i risultati di questo studio cino-anglo-tedesco pubblicato a novembre 2015 (3). Ma è normale:  se i terreni di coltura non vengono più lasciati riposare con tecniche di rotazione essi  diventano sterili e  tutto quello che ingeriamo ha un valore nutrizionale ridicolo.  Tanto che gli alimenti devono essere "rafforzati" con elementi nutritivi la cui biodisponibilità è un'incognita, con buona pace della sorprendente faccia tosta delle aziende che esaltano in pubblicità le aggiunte di sostanze le quali naturalmente dovrebbero essere contenute nel prodotto. E per questo rinforzo...il prezzo aumenta pure.
Una raccomandazione per chi soffre di tiroidite autoimmune di Hashimoto: alcuni studi stanno evidenziando la controindicazione dello iodio per questa patologia. Nel dubbio bandite tutti gli alimenti arricchiti con questo elemento, primo tra tutti il sale iodato. 
Dunque, per analogia con la ipotiroidite autoimmune, abbiamo visto che il selenio potrebbe diventare un interessante argomento di studio anche per la vitiligine. E allora, sempre per analogia, in finale di articolo mi sembra utile richiamare l'attenzione su due elementi che secondo le evidenze scientifiche dovrebbero essere o assenti o fortissimamente limitati in una strategia di cura di una patologia autoimmune: 

  • lo zucchero e tutti gli alimenti che lo contengono perché essi attivano un complesso di citochine infiammatorie esacerbanti la già costante reazione infiammatoria del sistema immunitario nelle patologie autoimmuni. 
  • i cereali raffinati (da evitare assolutamente le farina 00), privi di ogni sostanza nutritiva e ricchi di glutine che potrebbe scatenare reazioni autoimmuni anche nei soggetti non celiaci o intolleranti al glutine. Sicuramente da sostituire con cereali integrali e di provenienza possibilmente italiana. Se avete notato sono sempre di più le pizzerie che hanno arricchito i loro menu con prodotti con farine integrali perché è aumentata la consapevolezza che tante patologie molto probabilmente trovano origine anche nella scarsissima qualità delle farine, nell'arricchimento di queste con glutine per renderle più lavorabili e nell'uso indiscriminato di conservanti e topicidi nei silos di conservazione dei grani. Alla prossima. Domenico. 


(1) Clicca qui per visualizzare la Ricerca dell'Università di Atene su Selenio e Tiroidite
(Leggi la versione inglese)

(2) Effetti della supplementazione di Selenio nelle Tiroiditi Autoimmuni
(Leggi la versione in inglese)

(3) Bassi livelli di Selenio associati con maggiore prevalenza di malattie della tiroide  (Leggi la versione inglese)

(Tutti i diritti registrati. Vietata la riproduzione a termini di legge)

5 commenti:

  1. Ben tornato, mi mancava leggerti.
    In caso di ipotiroidismo il sale iodato non è controindicato.
    Diverso se ipertiroidismo o carcinoma alla tiroide.
    Discorso integrazione ormai è pratica comune da parte degli endocrinologi ma il fai da te in questi casi è fortemente sconsigliato se non dannoso. Range troppo stretti e benefici si hanno solo se realmente carenti.
    Complimenti per l'articolo
    Antonio

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  2. Ciao Antonio. Hai fatto bene a mettere in guardia sula pratica del fai da te ed in questo senso ho attentamente omesso di citare la forma di selenio utilizzata e il dosaggio considerato ottimale negli studi. Per quanto riguarda il sale iodato mi sono basato su alcuni studi come quello che indico sotto:
    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26247626
    Grazie per il complimento e per leggermi.

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  3. Eccomi, vitiligine e Tiroidite di Hasimoto!! Grazie per il bel articolo!

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  4. Eccomi, vitiligine e Tiroidite di Hasimoto!! Grazie per il bel articolo!

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  5. Articolo interessante, anche io come molti soffro di vitiligine e tiroidite, tra l'altro diagnosticate nello stesso anno.

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